Paolo e Caronte
- Laura Frascarelli
- Jul 1, 2022
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Paolo uscì dal suo spazio di temperatura incondizionata e si immerse nella realtà. "Sto andando all'inferno", pensò. Gli bastò aprire il portoncino e già una mano di sudore che saliva dalla tromba delle scale gli soffocò la gola. Chiuse la porta imprecando per l'orario tardo e la consapevolezza di dover acquistare ancora il biglietto. Mentre accedeva all'applicazione del telefono per ottenere il titolo di viaggio, iniziò a scendere le scale con passo rapido mentre il corpo entrava gradualmente in contatto con quella nuova materia densa di calore e umidità, inzuppata di smog e di odore lontano di bruciato.
Quando attraversò il portone guardò in alto e vide il cielo color grigio-senza-speranza che gli sembrò ancora più incombente di qualche ora prima. Fu invaso da una sensazione che aveva provato molti anni addietro e che non gli era più capitato di vivere. Per un attimo ripiombò in quel viaggio lontano, quando il portellone dell'aereo si era aperto ed era entrato a contatto con quella folata di sostanza bagnata di smog e spezie che avvolgeva una terra di nome India: erano le sei di mattina e neppure una parvenza di refrigerante sollievo. Il sole sorgeva enorme dietro strati di densità. Immerso in queste sensazioni improvvise e inaspettate attraversò rapido i marciapiedi e le strisce pedonali. L'asfalto esalava calore così come i numerosi bocchettoni che riversavano in strada il contrappasso delle arie incondizionate degli edifici con le loro espressioni chiuse. La caviglie bruciavano. Guadagnò rapidamente la stazione e si rese conto che i volti delle persone che riusciva a mettere a fuoco pur essendo di fretta e senza occhiali erano stralunate e sofferenti. Una ragazza era riversa a terra, bianca, con le gambe sollevate: qualcuno si stava prendendo cura di lei.
Una coppia litigava, lei urlava e gesticolava tantissimo, semicelata da un paio di buffi occhialetti dalle lenti aranciate, lui aveva lo sguardo decisamente poco lucido. Gente trafelata e grondante andava a passo piú o meno spedito verso le proprie destinazioni. L'umanità brulicante tra i binari sembrava la comparsa di uno strano film distopico. Pensò che forse si può impazzire per carenza di aria pulita e pioggia e che un albero avrebbe salvato l'anima a molte persone se solo ci fosse stato. Ricordò quella volta che spararono sotto casa sua quando era studente universitario, in piena estate, neanche fosse il far West. Poi la mente tornò, con la solita pervicace insistenza, a quell'anima cui aveva rivolto il pensiero piú volte durante la giornata. Pensò cosa avesse rappresentato per lui in passato e perché ora gli stava dando tanto fastidio il suo comportamento che all'improvviso si era manifestato così nuovo, come se si fosse acceso un riflettore fino a quel momento spento. Si chiese se si era sbagliato prima o se stava sbagliando adesso. Pensò che se una persona gli suscitava sentimenti così contrastanti era perché toccava qualcosa di sé che non poteva continuare ad ignorare. Pensò ai suoi stessi aculei che si facevano più stridenti in certe situazioni e alla voglia di ridere, invece, di fare il cazzone. Penso' che le strade a volte si avvicinano, si sfiorano, si incrociano anche, ma che nulla è permanente e che comunque porsi troppe domande era inutile. Ancora una volta sentì che incaponirsi non avrebbe risolto nulla, che conveniva lasciar andare. Pensò che non avrebbe mai dato più per scontato un solo giorno di cielo blu o di pioggia, che era stato fortunato per tutti gli incontri che la vita gli aveva concesso, anche quelli difficili. Anzi, soprattutto quelli difficili. Sceso dal suo viaggio, sentì le cicale in piena attività e vide due ragazzi abbracciarsi di slancio e baciarsi. Li vide già a letto insieme. Sentì il vento sulla pelle. Sorrise.
Laura Frascarelli Ph: un frame del film Nirvana, Salvatores

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