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14 aprile 2020

  • Writer: Laura Frascarelli
    Laura Frascarelli
  • Apr 14, 2020
  • 1 min read

Ah, la pioggia primaverile. Aprire le finestre al risveglio e sentire sprigionarsi quell’odore di terra assetata che finalmente riceve carezze d'acqua. Respiro profondo e mi faccio avvolgere.

Giorni di meraviglioso sole splendente, intramezzato da neve e addirittura gelo. Ma la pioggerella primaverile, quella mancava. Mancava alla terra asciutta. Mancava all’aria che voleva lavarsi, mancava alle nostre narici. La pioggia che pulisce e rinfresca. Ed è silenziosa. In questi giorni ancora di più. Sento solo il battere delle gocce a terra, le tortore lontane e i cinguettii da qualche parte. Non c’è quella giocherellona della cincia fra i rami del ciliegio fiorito stamattina, chissà dove è andata a nascondersi. E nemmeno quei furfanti dei merli che per solito ti guardano con quegli occhietti cerchiati e il capo a tre quarti, come se capissero i tuoi pensieri.

E’ un po’ malinconica come sensazione è vero. Ma oggi ci sta.

Se dura a lungo diventa pesante, ma quando arriva così, dopo tanta arsura, viene voglia di mettersi fuori a sentire le gocce sulla pelle.

E poi ecco… chiudo gli occhi e non posso non volare a quelle sensazioni da nord Europa atlantico, a quei lunghi mesi di gioventù e libertà trascorsi lassù. Sento ancora forte un senso di appartenenza ad una terra che non calpesto, non vedo e non respiro da anni, ma a cui mi sento ancora per qualche motivo legata. Forse dovrei tornarci prima o poi.

In ogni caso, non appena questa reclusione forzata sarà finita, io e Signor Zaino partiremo insieme e ci metteremo in cammino, lentamente. Abbiamo un viaggio da compiere e la meta è ancora ignota…

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